Intervista a Federico - Genova

A inaugurare la serie di interviste dedicate ai nostri 'MotoEroi' è il biker genovese Federico. Trentenne, professione construction manager, per lui la moto è più di una semplice passione, visto che, dopo il lavoro, personalizza e rivisita proprio ogni genere di due ruote. Insieme a Franco e Ivan ha recentemente ha aperto 'Motorificio - Moto Ad Personam', un'officina ma anche una vera e propria associazione che dà agli appassionati la possibilità di personalizzare le proprie moto. Non solo: Federico è anche vice-presidente del Vespa Club con più iscritti in Italia, quello di Genova Nervi. Lo abbiamo incontrato per caso in un pomeriggio d'agosto, fuori da un'area di servizio in una bollente Autostrada del Sole (mai nome tanto appropriato), capendo immediatamente che sarebbe stato perfetto quale nostro primo ospite. Look 'cool & vintage' tanto per la moto (carica di bagagli) che per il pilota e un appeal da vero 'MotoEroe'. Allora conosciamolo meglio!

Federico, da quanto tempo sei un motociclista?

Vado in moto da metà della mia vita: a quindici anni sono salito in sella e da allora non sono più sceso. Prima moto una desideratissima Aprilia RS 50, subito modificata, che mi ha fatto innamorare della strada, delle curve e dei mezzi manubri.

Che moto possiedi e hai posseduto?

Ho cominciato con un’Aprilia 50, passando per un paio di scooter che ho quasi subito demolito in diversi incidenti - posso dire - didattici. Mi sono quindi innamorato delle moto d’epoca e delle Vespa: ne ho avute un po’, ma ho tenuto il PX (prima serie) con cui mio papà mi portava a scuola e un’instancabile TS del’77, oltre ad una manciata di Ciao e Si con cui mi diverto da pazzi. Dopo anni di ricerche ho finalmente trovato la moto dei miei desideri: la Moto Guzzi 1000 SP, che ovviamente ho modificato, alleggerito e potenziato in stile cafè racer (quello vero!).

Che genere di motociclista sei? Solitario? Ti piace guidare con qualcuno in sella? In gruppo?

Sono un motociclista poliedrico: passo dai giri in moto in gruppo numeroso per andare ai raduni, ai classici giretti sui passi con un paio di amici, fino ai giri in solitaria che, per certi versi, preferisco. Posso viaggiare senza meta, senza orari, senza limiti di distanza, assecondando ogni mio desiderio e istinto: forma estrema di libertà!

Qual è il tuo tipo di percorso preferito?

Essendo genovese non posso fare a meno di due elementi: le curve e il mare. Sogno chilometri e chilometri di misto stretto affacciati sulle onde, col profumo dello iodio misto a quello della benzina.
Provenza e Croazia oltre ovviamente alle strade litoranee liguri!

Cos'è che ti dà più piacere della tua moto?

La moto, a parer mio, è più di un oggetto. Racchiude in sé molte discipline, tecniche, meccaniche, di design, elementi storici e culturali: per questo vedo la moto come un’opera d’arte. E come ogni opera d’arte, la moto dev’essere un pezzo unico, irripetibile, personalizzato, che rispecchi i desideri dell’ideatore. La parte che mi dà più piacere della moto è modificarla, personalizzarla, per renderla un pezzo unico: è un processo articolato che parte dallo studio della meccanica e del sistema costruttivo, passa alla fase di ricerca e progettazione, e arriva alla realizzazione vera e propria –flessibile, saldatrice, martelli, vernici, ecc-. Se sono convinto e soddisfatto del mio lavoro, guido la moto con piacere, anche se magari può risultare scomoda o poco pratica.

Il ricordo più bello e quello più brutto su due ruote?

Ricordo più brutto: schianto a 130 km all’ora contro una macchina.
Ricordo più bello: esserne uscito solamente con un paio di graffi; quest’esperienza mi ha fatto capire molto dell’andare in moto e della vita.

Secondo la tua esperienza, che consiglio daresti ai tuoi colleghi motociclisti?

Un consiglio banale, scontato, ma che ripeto spesso agli amici, soprattutto ai più giovani: guida col cervello inserito e con rispetto per il mezzo che stai portando.

Cosa vorresti dire o suggerire, invece, a coloro che guidano mezzi a quattro ruote e che incontri quando sei per strada?

Guidare la moto oggi nel traffico, cittadino soprattutto, è una battaglia: automobilisti distratti, che telefonano, scrivono, guardano il proprio smartphone, che non rispettano stop e semafori, che sorpassano e fanno inversione dove non devono, che allargano e stringono le curve. A tutti gli automobilisti appartenenti a questa categoria voglio chiedere una cosa: voi siete seduti dentro una scatola di ferro di duemila chili, noi motociclisti siamo seduti su duecento chili di ferro, se ci scontriamo, chi si farà male?!

E alle istituzioni? Avresti qualche idea da proporre per migliorare la qualità della tua esperienza di motociclista?

Le carenze purtroppo sono molte, dal pagamento del pedaggio autostradale fino ad arrivare ai guard rail assassini. Voglio però portare l’attenzione su un’altra questione: oggi, chi modifica una moto -o un’auto- è considerato un fuorilegge e trattato come tale. L’iter per immatricolare un mezzo unico è complesso e prevede l’esportazione in Germania, il controllo e la certificazione del veicolo e la successiva reimmatricolazione in Italia; con una spesa non indifferente. Manca di fatto un organismo atto a controllare e certificare le modifiche apportabili ad un veicolo: un ufficio tecnico che registri omologazioni e modifiche e che effettui una profonda revisione per verificare che tale mezzo sia sicuro. Un appassionato pagherebbe volentieri per avere la certezza di non farsi sequestrare la sua moto per una gomma più larga o un fanale più piccolo!

Qual è stato il tuo ultimo viaggio? E il prossimo?

Il mio ultimo viaggio doveva essere un giro delle coste italiane, ma a causa del maltempo si è trasformato in una gita tra Toscana, Umbria e Marche. Il prossimo potrebbe essere un bel giretto in Francia, Gorges du Verdon, con moto d’epoca, tende, amici, niente di pianificato, si vive alla giornata…

Infine, cosa significa per te essere un motociclista?

Difficile dare una definizione. Essere motociclista è sapere conciliare esperienze diverse: è guidare sotto al sole cocente e sotto la pioggia torrenziale; è mettere le ruote sull’asfalto, nella sabbia, nel fango e sul ghiaccio; è viaggiare in gruppo oppure da solo con le tue idee; è cantare spensierato in sella con una ragazza; è guidare con la paura; è aver voglia di percorrere la strada, non di correre; è mangiare, bere, festeggiare e ridere con amici; è ricordare gli amici che non ci sono più; è conoscere ogni vite della tua moto, è fermarsi per un guasto, aggiustarlo e ripartire; è adrenalina; è godere dell’attimo che stai vivendo con la consapevolezza che potrebbe essere l’ultimo; è poter andare dove vuoi; è avere un’irrefrenabile voglia di fare tutto questo.

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